Nucleare. Ritorno al futuro. L'energia a cui l'Italia non può rinunciare (ePub)
(Sprache: Italienisch)
«Il nostro Paese è davvero un caso a sé nel panorama energetico del continente. Da che detenevamo un primato nel mondo nel campo del nucleare, siamo diventati ultimi, per incapacità politica, paure esagerate, interessi occulti e ipocrisie...
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«Il nostro Paese è davvero un caso a sé nel panorama energetico del continente. Da che detenevamo un primato nel mondo nel campo del nucleare, siamo diventati ultimi, per incapacità politica, paure esagerate, interessi occulti e ipocrisie ambientali».
Compriamo energia nucleare fatta a pochi chilometri dal confine anziché produrla noi. Confondiamo tossicità con radioattività, i rischi di una centrale atomica con quelli di una bomba atomica. Crediamo che i rifiuti e le scorie siano due cose diverse (gli uni non pericolosi, le altre sì), che la ricerca sia sempre ferma ai tempi di Cernobyl, che la scelta di chiudere i nostri impianti sia stata dettata dalla volontà popolare e non dalla corsa agli idrocarburi. In tutto il mondo si continuano ad aprire centrali nucleari, si costruiscono nuovi reattori, si progettano strutture di sicurezza a prova di errori umani o catastrofi naturali: al contrario, l'Italia, che era la terza potenza nucleare del pianeta, ha fermato tutto e ha cominciato a comprare da altri l'energia necessaria. Solo una percentuale minima del suo fabbisogno è coperta dalle fonti rinnovabili, per il resto il gas viene dalla Russia, il petrolio dagli arabi, il nucleare dai francesi e dagli svizzeri.
L'aumento dei prezzi del gas e la guerra ci obbligano a rivedere il nostro mix energetico e i pregiudizi sul nucleare. E anche a batterci perché questa fonte, priva di emissioni nocive, inserita nella tassonomia europea, sia utilizzata per i finanziamenti sostenibili: il fabbisogno di energia del pianeta non va soddisfatto a scapito dell'ambiente, né della ricchezza energetica.
Compriamo energia nucleare fatta a pochi chilometri dal confine anziché produrla noi. Confondiamo tossicità con radioattività, i rischi di una centrale atomica con quelli di una bomba atomica. Crediamo che i rifiuti e le scorie siano due cose diverse (gli uni non pericolosi, le altre sì), che la ricerca sia sempre ferma ai tempi di Cernobyl, che la scelta di chiudere i nostri impianti sia stata dettata dalla volontà popolare e non dalla corsa agli idrocarburi. In tutto il mondo si continuano ad aprire centrali nucleari, si costruiscono nuovi reattori, si progettano strutture di sicurezza a prova di errori umani o catastrofi naturali: al contrario, l'Italia, che era la terza potenza nucleare del pianeta, ha fermato tutto e ha cominciato a comprare da altri l'energia necessaria. Solo una percentuale minima del suo fabbisogno è coperta dalle fonti rinnovabili, per il resto il gas viene dalla Russia, il petrolio dagli arabi, il nucleare dai francesi e dagli svizzeri.
L'aumento dei prezzi del gas e la guerra ci obbligano a rivedere il nostro mix energetico e i pregiudizi sul nucleare. E anche a batterci perché questa fonte, priva di emissioni nocive, inserita nella tassonomia europea, sia utilizzata per i finanziamenti sostenibili: il fabbisogno di energia del pianeta non va soddisfatto a scapito dell'ambiente, né della ricchezza energetica.
Bibliographische Angaben
- Autor: Umberto Minopoli
- 2022, Italienisch
- Verlag: goWare e Edizioni Angelo Guerini e Associati
- ISBN-10: 8881954613
- ISBN-13: 9788881954612
- Erscheinungsdatum: 11.06.2022
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eBook Informationen
- Dateiformat: ePub
- Grösse: 1.02 MB
- Ohne Kopierschutz
- Vorlesefunktion
Sprache:
Italienisch
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